L’Organizzazione Mondiale della Sanità si occupa costantemente dell’udito e conduce studi per valutare nuovi aspetti della questione.
Il quadro offerto dall’OMS circa il rischio della popolazione generale di andare incontro ad una riduzione dell’udito non è roseo, soprattutto quando ci si focalizza sul rischio di ipoacusia nei giovani.
Stando a quanto affermato dalla stessa organizzazione, il gruppo di giovani a rischio di andare incontro ad una riduzione della capacità uditiva nel corso dei prossimi dieci – venti anni è molto vasto: l’OMS parla di 1,1 miliardi di giovani, che dovrebbero iniziare a fare più attenzione al benessere delle proprie orecchie.
L’attenzione è stata rivolta di recente alla possibile relazione tra musica ed ipoacusia, un interesse nato dalla constatazione che sono sempre più diffusi strumenti per l’ascolto della musica ed applicazioni volte a favorire la fruizione di contenuti musicali.
Un interessante studio è stato condotto dal centro francese Ifop, che ha scelto di indagare le abitudini dei giovani in relazione all’ascolto della musica e di scoprire l’eventuale presenza di una relazione tra musica ed ipoacusia.
Il primo dato da segnalare è la percentuale di soggetti compresi tra i 15 ed i 17 anni che quotidianamente ascoltano musica. Lo studio ha evidenziato che ben il 65% dei giovani compresi in questa fascia di età ascolta almeno un’ora di musica ogni giorno con gli auricolari.
L’altro dato interessante è quello relativo alla loro mancanza di consapevolezza in merito ai rischi che un ascolto ad un volume eccessivo di musica attraverso gli auricolari potrebbe comportare. È proprio questa mancanza di consapevolezza che espone i giovani ad un elevato rischio di sviluppare nel corso del tempo una riduzione della qualità dell’udito.
Non essendo consci dei rischi, oltre la metà dei soggetti intervistati afferma di ascoltare musica ad un volume elevato ed in particolare ad un volume uguale o superiore all’85% del massimo consentito dal dispositivo in uso. A questo va aggiunto anche il fatto che in commercio si trovano oggi dispositivi in grado di riprodurre musica anche a 110 decibel, soglia che potrebbe comportare dei danni irreversibili all’apparato acustico.
Per queste ragioni è importante adottare alcune semplici precauzioni utili a proteggere il proprio udito da futuri danni: per prima cosa è determinante avere una chiara consapevolezza dei rischi legati all’ascolto di musica a volumi troppo alti.
In secondo luogo è consigliabile utilizzare gli auricolari in modo appropriato. Questo non significa che bisogna rinunciare del tutto all’ascolto della musica, ma che bisogna fare attenzione a non esagerare con il volume e con il tempo di ascolto dei contenuti musicali.
Una regola d’oro che si consiglia di rispettare per proteggere il proprio udito è la cosiddetta regola 60/60. Essa in pratica stabilisce che non bisognerebbe ascoltare la musica con auricolari per più di sessanta minuti al giorno e che non bisognerebbe riprodurre i file ad un volume superiore ai sessanta decibel.
Per essere sicuri che il proprio udito sia ancora al massimo delle sue capacità e per impegnarsi nella prevenzione delle possibili alterazioni, è utile fare periodicamente dei test per la valutazione dell’udito.
Per conoscere tutti i test disponibili e per leggere le opinioni degli esperti del settore in merito alle possibili alterazioni dell’udito, si consiglia di visitare il sito https://www.info-udito.com/, portale informativo di riferimento per i disturbi uditivi e per le soluzioni acustiche per tornare a sentire bene.