Mercato dei prestiti, in Italia segnali positivi

L’Abi ha pubblicato le ultime statistiche sul mercato dei prestiti in Italia, fotografando un settore in buona salute, in cui continua a crescere il totale dei finanziamenti concessi alla clientela, grazie anche al rallentamento dei tassi di interesse e al calo di sofferenze nette e tassi sulla raccolta.

Migliora la salute dei prestiti

Nello specifico, l’inchiesta dell’Associazione Bancaria Italiana (aggiornata al mese di maggio 2017) segnala che l’ammontare dei prestiti alla clientela a maggio risulta superiore di ben 86 miliardi di euro rispetto al totale proveniente dalla raccolta (per la precisione, 1.800 contro 1.714 miliardi); su base annua, i prestiti a famiglie e imprese sono cresciuti del +0.8%, mentre i mutui appaiono più dinamici con un guadagno ad aprile di 2,4 punti percentuali.

Lontani i livelli precrisi

L’Abi sottolinea anche come dinamica della raccolta complessiva (sia a breve che a lunga scadenza) abbia fatto registrare una lieve crescita, pari a +0,2% su base tendenziale, in aumento dal -0,1% di aprile; traendo le conclusioni, si può affermare che il margine fra il tasso medio sui prestiti e quello sulla raccolta è calato di 2 punti base a quota 184, un livello ancora basso, soprattutto se paragonato ai 329 punti base che si raggiungevano prima della crisi finanziaria.

Il calo delle sofferenze nette

Altro dato importante è quello che riguarda le sofferenze nette, che collocandosi a quota 77,2 miliardi hanno raggiunto il valore più basso da quello toccato a maggio del 2014, mentre si mantiene stabile il tasso di interesse sulla raccolta, di poco inferiore al punto percentuale (0,95%) e molto lontano dai livelli di fine 2007 (quando viaggiava sul 2,85%). Anche il tasso medio di interesse sui prestiti continua a scendere, arrivando al nuovo minimo storico  a quota 2,79%, con quello sulle nuove operazioni che sale a 1,56% (lieve variazione dall’1,53% di aprile), e quello sulle nuove operazioni per acquisto di case che invece resta sostanzialmente fermo al 2,12%.

Superato il credit crunch?

Insomma, dopo anni sembra che qualcosa si stia muovendo e che, soprattutto, siano passati gli effetti negativi del credit crunch che dal 2008 ha complicato la vita di imprese e famiglie, con i rubinetti chiusi da parte delle banche che ritenevano soprattutto le piccole e medie imprese troppo rischiose e poco redditizie per qualsiasi istituto di credito, anche a causa della marginalità di guadagno strozzata dagli interessi ai minimi storici.

Il Web ha curato i prestiti

Il “razionamento” del credito ha avuto però uno scossone dall’ingresso in scena di operatori digitali, che grazie alle nuove modalità di funzionamento (e ai bassi costi di gestione, anche per l’assenza di sedi fisiche e sportelli da mantenere) hanno portato nuovi flussi sul mercato. I nomi in questo ambito sono in continua crescita, e grazie alle guide di fissovariabile.it è possibile leggere delle approfondite recensioni sui prestiti e sulle tipologie di contratto offerte dai vari operatori, che stanno guadagnando sempre più consensi da parte dei clienti.

L’esempio di Amazon

E dagli Stati Uniti arriva una notizia importante in questo settore, perché continua lo sviluppo e la diffusione di Amazon Lending, una piattaforma di erogazione di prestiti alle piccole e medie imprese che sono attive sul più importante marketplace dell’ecommerce a livello mondiale. Il papà di Amazon, Jeff Bezos, ha sperimentato sin dal 2011 questa nuova forma di investimento, proponendo delle possibilità di credito alle imprese che sono presenti come rivenditori sul suo portale.

La piattaforma Amazon Lending

Il sistema ha un meccanismo che funziona “su invito”: in altri termini, un algoritmo studia le imprese da un punto di vista commerciale e finanziario, analizzando il loro profilo; la seconda fase è appunto “l’invito” a fare una richiesta di prestito, riservato alle società che sono giudicate meritorie. Altra caratteristica notevole, l’erogazione dell’importo richiesto su Amazon Lending avviene in una sola giornata, e le rate di restituzione sono trattenute automaticamente dal conto di ciascuna azienda ogni due settimane, rendendo così possibile monitorare in tempo utile eventuali situazioni di difficoltà finanziaria; innovativa anche la clausola di cautela a favore di Amazon, che si riserva la facoltà di bloccare la merce detenuta in magazzino dal rivenditore che non onora il prestito.